La scure – martello di Kyniskos, in bronzo, del VI sec. a.C. fu trovata nel territorio di San Sosti nel 1846. Del suo rinvenimento così scrisse, in Monografia di Mottafollone Napoli 1857, Leopoldo Pagano (Diamante 1815-1862): “Uno dei monumenti più pregevoli per antichità e per le molteplici conseguenze è la scure italo-greca, che nell’anno 1846 fu scoperta nei monti di Calabria Citeriore, presso i ruderi di Casalini della Porta Serra”.
L’eccezionale importanza di questo reperto (vero e proprio emblema della ricchezza del patrimonio storico-artistico-archeologico del nostro territorio ma, purtroppo, anche, del suo costante, inesorabile e criminale depauperamento!) è data dall’epigrafe incisa sulla sua penna perché rappresenta, ad oggi, il primo ed unico documento scritto in dialetto Dorico alfabeto Acheo. Nell’epigrafe è l’oggetto stesso a parlare ed afferma di essere sacro ad Era e di essere offerto da Kyniskos. Ma chi era Kyniskos?
Molto probabilmente si trattava di un pugile, proveniente dalla città greca di Mantinea, già vincitore dell’Olimpiade a metà del VI sec. a.C. Questo personaggio, che grazie al ritrovamento del reperto in questione riaffiora da un oblio millenario, nel suo tempo divenne famoso a tal punto che – tra il 460 ed il 450 a.C. – il celeberrimo scultore Polikletos ne commemorò la memoria con una scultura in bronzo. Nel 1857, certamente, il reperto si trovava custodito ancora a San Sosti, molto probabilmente nelle mani di uno spregiudicato quanto bramoso, signorotto, ex Sindaco del paese, certo Isidoro La Cava.
Rimane, tuttavia, un mistero il percorso che portò la nostra scure nelle mani del mercante romano di reperti archeologici Alessandro Castellani. La scure – martello di Kyniskos nel marzo 1884 era ancora a Roma, quando il Consigliere Comunale Dr. Rigetti invitò, purtroppo, invano le Autorità di Governo ad opporsi alla vendita posta in essere dagli eredi delle preziose collezioni di Alessandro Castellani.
Nel Maggio 1884, infatti, la collezione di Alessandro Castellani fu posta in vendita all’asta di Parigi presso la sala n.8 dell’Hotel Drouot (c.d. Hotel de Ventes). L’ascia votiva di Kyniskos venne bandita martedì 13 Maggio 1884 con il n. 311 e venne acquistata da Sir Charles Thomas Newton (uno dei più importanti archeologi del suo tempo) già responsabile del Dipartimento delle Antichità del British Museum della Real – Casa Inglese (notizie tratte dal libro “Della raminga scure” – Cosenza 2009 – di Francesco Capalbo). Oggi la scure-martello di Kyniskos è, gelosamente, conservata al British Museum di Londra.
Il Comune di San Sosti, da oltre un trentennio, attraverso il Ministero per i Beni Culturali, ha ufficialmente rivendicato la proprietà dell’Ascia votiva di Kiniskos e contestualmente, ha formulato la richiesta di restituzione del reperto al Patrimonio Culturale Italiano. L’Ascia Votiva di Kyniskos risulta essere tra i Reperti Archeologici trafugati e rivendicati dallo Stato Italiano.