Morano Calabro (CS)
Lungo la strada che collega Morano Calabro a San Basile si erge, sulla destra idrografica del fiume Coscile, un rilievo collinare sul quale è ubicato il sito archeologico di Sassòne.
L’area presenta i resti di una cinta muraria e di alcuni edifici sacri. Il perimetro murario, che circonda la sommità dell’altura, si sviluppa, con spessore variabile, che raggiunge in alcuni punti anche i 2 metri, per una lunghezza di circa 1500 metri ed un’altezza fino a 4 metri; presenta, inoltre, due porte collocate, rispettivamente lungo il versante occidentale e quello meridionale. All’interno della cinta muraria sono distribuiti i ruderi di diversi edifici: tra di essi, anche per la presenza delle relative absidi, orientate ad est, sono riconoscibili solo quelli con funzione cultuale.
Sassòne è un sito che, sin dalle epoche più remote ha suscitato l’interesse degli studiosi: le ipotesi formulate in merito alle sue origini, infatti, furono diverse e spaziarono dall’epoca romana, per chi la volle individuare nella Syphaeum menzionata da Livio, all’epoca degli Ottoni in Calabria (seconda metà del X sec.d.C.). Sassòne sorgeva in un luogo a ridosso dell’area territoriale interessata al passaggio della via romana Popilia-Annia che, collegando Capua a Reggio Calabria, costituì un’importante arteria di collegamento anche in epoca medievale e, secondo recenti ipotesi, sembra che Sassòne potesse essere uno di quei luoghi di sosta. che sorgevano sulle vie che i pellegrini percorrevano per recarsi in Terrasanta. Lo svolgimento nel 1996, nel 1999 e nel 2002 di campagne di scavi dell’Università della Calabria, dirette dal Prof. Giuseppe Roma, condotte anche in collaborazione con il Gruppo archeologico del Pollino, hanno fornito nuovi dati alla storia dell’insediamento di Sassòne. In particolare sono state rinvenute una necropoli del VII sec. d.C. ed i resti di due chiesette bizantine del IX – X sec. d.C..
Un altro elemento di rilievo rinvenuto nell’ultima campagna di scavi è una torre di guardia, a pianta quadrata, posta sul muro di cinta a monte dell’ingresso principale. Dalla torre di guardia, ammorsata nel muro di cinta ed aggettante sul versante collinare occidentale, è possibile vedere l’abitato di Morano Calabro e la Piana di Sibari.
Testo di: Claudio Zicari e Giuseppe Lanza